Statistica e dintorni
Quando mi sono iscritta a psicologia del lavoro e, ancora di più, quando ho iniziato a lavorare in SdV (consulenza strategia di marketing), ho dovuto fare i conti con la realtà.
Chi lavora in questo settore deve andare molto d'accordo con i numeri e, in particolare, con le analisi statistiche. Per conoscere il mercato, i clienti e per fare previsioni imparare a leggere tra le righe dei numeri è necessario tanto quanto essere creativi.
Semplificando, abbiamo due famiglie di analisi:
quantitativa, raccolgo grandi quantità di dati (usando strumenti diversi), in modo che sia appunto la quantità ad essere significativa nella comprensione del tema
qualitativa, intervisto (in varie modalità) delle persone che ritengo "significative" e vado in profondità con le domande.
L'ideale è, poi, unire e confrontare i risultati di entrambe le analisi: la prima mi da un quadro generico mentre la seconda mi permette di comprenderlo.
Il motivo è presto detto: i numeri non mentono ma si prestano ad interpretazione.
Esempio 1: il 20% degli intervistati non va in vacanza è uguale a dire l'80% va in vacanza. A seconda di dove voglio mettere il focus, posso far "dimenticare" al lettore una parte del discorso. E così il titolo del giornale "il 20% degli italiani non va in vacanza" diventa crisi del turismo perché il 20% è un numero "grande". Peccato che l'80% ci vada! Ma lo abbiamo "dimenticato".
Esempio 2: in estate, c'è un aumento di consumo dei gelati e di omicidi. Di nuovo, a seconda di come viene raccontato o a seconda di quanto si approfondisce il dato, qualcuno potrebbe pensare che le due cose siano correlate. E non considera che gelati e omicidi siano collegati ad un fattore non citato (es. il caldo).
Quindi....leggiamo sempre dati e numeri e impariamo ad analizzarli, osservando quello che c'è tra le righe....il free style nel marketing non esiste
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