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Perchè fare un piano d'azione?

Ogni azienda dovrebbe avere un piano d'azione, un documento nel quale trovare nero su bianco cosa fare e in che modo per raggiungere i propri obiettivi.

Dovrebbe averlo perché nel costruirlo, spesso, la proprietà si chiarisce anche le idee su chi si è, su che cosa è importante e cosa non lo è.

Ed, infine, dovrebbe averlo perché avere una “lista delle cose da fare” è il primo passo per pianificare la propria agenda, focalizzandosi su ciò che è rilevante e, di conseguenza, riducendo gli sprechi di tempo e risorse.

Un falso mito da sfatare è che si tratti di un documento utile solo per le aziende strutturate e di medio-grandi dimensioni. In realtà, è adatto per tutti coloro abbiano una attività che preveda l’erogazione di servizio o di un prodotto ad un pubblico: dal negozio di prossimità alla catena, dall’associazione al singolo professionista, dalla piccola impresa locale alla multinazionale.

Il motivo è presto detto ed ha a che fare con la struttura di un buon piano! Al suo interno, infatti, dobbiamo trovare:

  • Una fotografia della struttura in questione: chi è, quali sono i suoi obiettivi a medio e lungo termine, com’è organizzata, qual è la sua offerta, in che modo comunica con il suo pubblico

  • Una fotografia del pubblico (target): chi è, quali sono le sue caratteristiche, cosa cerca, a che cosa è attento

  • Una fotografia del mercato: quali sono le caratteristiche del prodotto/servizio offerto, quali sono le novità e le tendenze, quali sono le previsioni sul futuro

  • Una fotografia della concorrenza: chi è, cosa offre, in che modo mi somiglia e cosa fa di diverso da me, a chi si rivolge e in che modo

  • Il piano operativo: ossia, l’insieme di tutte le azioni che si possono realizzare per far rafforzare ed implementare le proprie peculiarità, facendole conoscere, e per soddisfare i reali bisogni attuali e futuri del proprio target, ampliando e fidelizzando il proprio pacchetto clienti.

I contenuti di quest’ultima parte devono essere chiaramente tarati sulle disponibilità economiche dell’azienda (ed è qui che si notano le differenze più grosse tra i consulenti che lavorano in modo etico e gli altri), creando un mix di attività che tengano presente la logica del “minimo sforzo e massimo risultato”.

Giusto per fare qualche esempio: non è vero che i social fanno aumentare le vendite, dipende dal business! Non è vero che devi per forza investire nella pubblicità sui quotidiani, dipende da quante uscite puoi fare! Non è vero che devi avere il prezzo più basso di tutti per incrementare il fatturato, dipende da cosa vuoi che i tuoi clienti ricordino di te! Gli esempi sono infiniti e li vedremo uno per volta, parlando di casi reali, nei prossimi post; per ora, l’importante è che abbiate compreso il concetto.

Se siete curiosi di sapere in che modo potrebbe essere utile per voi, non ci resta che parlarne di persona!

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