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Perchè il tuo interlocutore non ti capisce quando parli?

Comunicare è una azione che facciamo tutti i giorni, in tutti i momenti della nostra esistenza fin da quando siamo neaonati in modo più o meno consapevole: lo facciamo a parole, con i gesti, con gli sguardi, i toni di voce, il modo di vestirci e, perfino, con i silenzi.

Ma abbiamo sempre la sensazione di essere compresi al 100%? Probabilmente no! Anzi...sicuramente no! E la dimostrazione arriva da esperienze quotidiane nella vita privata e al lavoro! E il motivo qual'è?

Anzitutto consideriamo la seguente proporzione: 100 - 90 - 60 - 40 - 20.

100-20.jpg

Questi numeri rappresentano la percentuale di informazioni che perdiamo dal momento in cui vogliamo trasmettere una informazione al momento in cui il nostro interlocutore ricorda quanto ha sentito!

Detta in altre parole, ogni volta che abbiamo qualcosa di importante da dire dobbiamo essere sicuri che quello che il nostro interlocutore ricorda sia il 20% giusto!

E perchè questo accada dobbiamo, anzitutto, rispondere ad alcune domande:

- Chi è la fonte? ossia: chi sono io che comunico? Che ruolo ho rispetto all'interlocutore? - Chi è il destinatario? Qual è il suo linguaggio? Quali canali preferisce utilizzare (scritto, vis a vis, telefonico, di massa, ecc.)? A quali tipi di messaggio è più attento?  - Che cosa si vuole comunicare (il concetto)? Con che obiettivi? Con quale messaggio (il contenuto)? - Che mezzo si intende utilizzare (scritto, vis a vis, telefonico, di massa, ecc.)?  - Che risposta ci aspettiamo? In che modo possiamo sapere se l'altro ha compreso il nostro messaggio?

E poi, dobbiamo imparare ad ascoltare il nostro interlocutore...come ad ascoltare? Non eravamo noi ad avere qualcisa da dire?

Si, ma solo se impariamo ad ascoltare in modo attivo chi è di fronte a noi possiamo aumentare l'efficacia della nostra capacità comunicativa! Più informazioni abbiamo sull'altra personma, su quello che gli interessa, che la colpisce, che ricorda e più saremo in grado di mirare il messaggio e ad utilizzare degli agganci utili per attirare la sua attenzione.

Il miglior modo per ascoltare è mettersi in modalità "curiosa", fare domande, riassumere i concetti espressi dall'altro, leggere tra le righe, osservarne la comunicazione non verbale e paraverbale e soprattutto evitare una serie di comportamenti che creano barriere! Eccoli:

- moralizzare (‘è così e non potrebbe essere altrimenti!’) - dogmatizzare (‘si i giorni tristi capitano a tutti, poi tutto passa’) - diagnosticare (‘la situazione è questa. Si tu dovresti…’) - interpretare (‘è così perché….’) - generalizzare (‘succede spesso…gli uomini sono così…’) - identificare (‘è successo anche a me…’) - investigare (‘perché…?’ a ripetizione).

Un altro trucco per farsi ascoltare è applicare i principi di comunicazione persuasiva, ma li vedremo in un'altra occasione!

L'invito che vi faccio è quello di provare ad ascoltare e a comunicare dandovi un obiettivo, osservando l'effetto che fa. E poi, se vi va, raccontatemelo!

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