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#epursimuove: esiste un marketing etico?


Venerdì 27 novembre #epursimuove ha presentato una serata dedicata al marketing etico, nella quale ho avuto il piacere di introdurre l'argomento.

Per chi non lo sapesse, #epursimuove è un gruppo di persone che si incontrano ogni 2 mesi circa, in location sempre diverse (questa volta eravamo ospiti di Qui Padova), per confrontarsi su tematiche diverse, offrendo il proprio punto di vista e il proprio modo di affrontare i problemi professionali.

Ciò che accomuna i presenti è di avere un progetto personale e professionale da portare avanti.

All'ultimo appuntamento le 3 sfide di cui abbiamo parlato sono state:

  • Come far quadrare l'approccio etico al business con i numeri del conto economico?

Etica forse è un parolone...a me piace di più definirlo come il "comportarsi bene, con rispetto, e mantenendo le promesse fatte" nella relazione con il cliente, i collaboratori e i fornitori.

La questione nasce, per me, nel momento in cui mi confronto con altri consulenti aziendali che garantiscono un profitto "veloce" spesso a scapito della qualità: detto in altre parole "ti garantisco X mila nuovi clienti in 3 mesi", poi se per portarteli devo avvicinarmi alla truffa poco importa.

Credo, invece, che sia meglio ottenere quei X mila clienti in 6 mesi ma costruendo una relazione che duri nel tempo. Garantendomi, nel lungo periodo, risultati maggiori. Certo, bisogna avere più pazienza e costanza.

Da qui è nata la mia domada. Come far comprendere questo passaggio ai miei clienti (imprenditori)?

Gli altri epsm dicono che loro scelgono di non lavorare con chi non sposa questa stessa filosofia, in modo da non perdere tempo. Qualcuno, invece, testardo come me, crede nella formazione e nella sensibilizzazione soprattutto di chi non lo capisce.

Qualcuno sostiene che una soluzione è essere molto chiari con il cliente e metterlo di fronte alle 2 opzioni, evidenziando i vantaggi e gli svantaggi del caso! Trasformare in numeri le due strade!

Quello che mi porto a casa è che è una strada percorribile e che forse la crisi sta risvegliando anche questo valore. Mi porto a casa che serve pazienza e costanza ma che non sono l'unica a crederci!

Cosa ne pensi?

  • Come bilanciare i 2 canali (online e offline) di promozione e comunicazione per trovare e gestire le relazioni con i clienti?

Nel mio lavoro, come nella maggior parte delle consulenze, si sceglie la persona più che ciò che può fare per te. Le tecniche e gli strumenti bene o male sono sempre gli stessi, nessuno inventa nulla. Si sceglie, quindi, la persona che ispira più fiducia, quella con cui c'è più feeling, con cui si entra in sintonia e si pensa di poter lavorare meglio.

Diventa centrale la capacità di trasmettere chi sei attraverso gli strumenti di comunicazione che utilizzi, come free lance.

Mi sono resa conto che il 90% dei miei clienti arrivano dal passaparola e da relazioni create nel tempo. Che senso ha, quindi, utilizzare parte delle proprie energie nel farsi conoscere online?

Per lo più siamo tutti concordi nel fatto che l'online è uno strumento che può facilitare la relazione con i propri clienti e che ognuno di noi, in ogni caso, ha un canale che gli calza a pennello: chi la scrittura, chi i video, chi la grafica etc. E' importante trovare quello giusto e, allo stesso tempo, bisogna non aver paura di lasciare andare gli altri, con i quali ci sentiamo meno a nostro agio.

Uno dei nostri "uomo-pilastro" in fatto di promozione online ci racconta di aver visto la differenza quando, grazie ai video, si è mostrato così com'è...pregi e difetti, senza paura di sbagliare e forte della sua professionalità. Qualcun altro sceglie di esserci il minimo indispensabile online, concentrandosi sullo sviluppo di una rete off-line di conoscenze e contatti.

Ciò che mi riprometto di fare, nelle prossime settimane, è di capire meglio qual'è il canale più giusto per me. Quello grazie al quale posso dare il meglio di me per trasmettere chi sono, cosa faccio e in cosa credo!

Pensando a te, qual'è lo strumento con cui ti senti più a tuo agio?

  • Come essere disponibili per il cliente senza subirne le invasioni di campo nella vita privata?

Il telefono suona alle 22.00; è per lavoro e non si tratta di una urgenza. Rispondere o non rispondere? Essere sempre disponibili o mettere dei limiti?

Le "filosofie di vita" si dividono: da un lato chi è disponibile sempre e comunque anche solo per dare il messaggio "ci sono, sono al tuo fianco ma ci sentiamo domani"; dall'altro, chi una volta che finisce il suo lavoro mette tutto in modalità off e mi ritrovi quando sarò di nuovo disponibile.

I primi dicono che "esserci" è un valore aggiunto, gli altri dicono che il vero valore aggiunto è "esserci con delle regole". In generale, si concorda sulla possibilità di educare alla non-invasione della propria vita privata.

Post serata, qualcuno ha deciso di mettere delle regole, qualcun altro di attivare una seconda sim, qualcuno ha capito che può dire "se non è urgente, ci sentiamo domani". Io ho deciso di mettere delle regole!

Qual'è la tua "filosofia di vita"? A quale gruppo appartieni?

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