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Se non c'è motivazione non c'è relazione


"Sai cosa c'è? C'è che non mi interessa più".

Potrebbe sembrare una frase da fine di una relazione d'amore e invece è lo stato mentale che spesso incontro nelle aziende e, in particolare, nei dipendenti e nei collaboratori.

Ovviamente, in questo caso una dichiarazione simile non corrisponde alla fine del rapporto lavorativo ma lo segna in modo indelebile. A risentirne di più è la produttività e (come sempre) il fatturato!

Però è più comodo fare finta di niente e andare avanti incolpandosi a vicenda su tutto quello che di negativo succede a partire dal momento in cui viene pronunciata questa frase.

Ma caro/a imprenditore/imprenditrice....questo è un grosso tema a cui dovresti prestare attenzione e nel quale dovresti investirci tempo e tanta pazienza!

Quando i tuoi dipendenti e i tuoi collaboratori non hanno più voglia o non sono più interessati devi chiederti perchè. Devi chiederti in che modo li hai portati a questo punto.

La verità è che non è che non hanno più voglia in generale di fare il loro lavoro,

ma non hanno più voglia di farlo per te e con te!

Nella quotidianità. la perdita di motivazione implica che chi lavora con te lo fa pensando ne più ne meno solo ed esclusivamente a fare il minimo indispensabile per avere lo stipendio a fine mese.

Non c'è nessun interesse a collaborare, a portare delle proprie idee, a proporre delle innovazioni utili a tutti, a essere proattivi ed attivi, a fare qualche straordinario o a "vendere" l'azienda.

Ogni attività che verrà avviata dalla proprietà cadrà inevitabilmente nel nulla, ogni richiesta passerà in sordina e ogni regola verrà raggirata.

E quando anche il collaboratore più fedele inizia a non poterne più, sappi che ormai è tardi per recuperare anche solo uno di tutti gli altri!

Lo so già...stai pensando "e allora che vadano via, quella è la porta!".

Beh, mi dispiace deluderti ma non credo che questo succederà mai. O per lo meno, chi lo farà sul serio è esattamente quel tipo di collaboratore che non dovresti perdere perchè chi trova facilmente un altro lavoro è uno valido. Chi resta è chi non ha alternative (e, anche se non sopporto questa frase, ti ricordo che "fuori c'è la crisi").

Inoltre, sappi che chiunque altro assumerai nel giro di qualche mese sarà demotivato come tutti gli altri!

In questi anni, mi sono fatta una idea di cosa porta qualunque collaboratore a "non avere più voglia". Provo a riassumerlo in 10 punti con ordine casuale:

  1. le mansioni e le responsabilità sono aumentate ma non è aumentato lo stipendio (si lo so, ho detto che non è una questione di soldi ma pagare lo stipendio non è un favore che fai ed è un diritto)

  2. vengono regolarmente cambiate le carte in tavola (è chiaro, la tua parola a questo punto non ha nessun valore)

  3. non sono chiare le strategie generali e le persone hanno la sensazione che guidi l'azienda a seconda di come ti alzi alla mattina (la sensazione di girare sempre in tondo porta a preferire di restare immobili)

  4. vengono date delle regole che qualcuno può trasgredire senza che sia condiviso il motivo (diventa immediatamente "il capo ha preferenze")

  5. in azienda, c'è una parte della dirigenza che dice una cosa e un'altra parte che dice l'esatto contrario; e mi riferisco soprattutto alla comunicazione non verbale (Conosci il proverbio "il cane con troppi padroni muore di fame"? Ecco...)

  6. chiedi alle persone di svolgere il loro lavoro ma le riprendi se non lo fanno come vuoi tu (Perchè li hai assunti se sono incapaci? N.B.: nessuno può essere la tua fotocopia!!!)

  7. riprendi o fai riprendere i tuoi dipendenti davanti a tutti, compresi i clienti, in modo scortese e sgarbato e senza lasciare possibilità di replica (Buuuuuuuuuuuuuuuuuuu)

  8. non ti fermi mai ad ascoltare...e se lo fai poi te ne freghi di quello che ti è stato detto (della serie "ti do il contentino ma per me vali nulla")

  9. dai più peso alle parole di chi ha altre mansioni rispetto a quelle del dipendente specializzato (come non chiedi al medico una consulenza fiscale, così non chiedere ad un amministrativo una consulenza commerciale o di produzione....ad ognuno il suo, per favore!!)

  10. non viene mai detto "grazie, sei stato bravo!" (so che tu sei convinto di farlo o di averlo fatto nel tempo ma forse è il caso di aumentare la frequenza....è gratis!)

Rileggendo questi punti credo che a nessuno, neanche a te, verrebbe voglia di lavorare con un capo così. Eppure buona parte dei "capi" risponde esattamente a questo identikit. Per lo meno buona parte di quelli che lavorano in aziende che vanno male.

Non credo sia una coincidenza!

Adesso la domanda che mi aspetterei è "cosa devo fare per recuperare?".

Ti rigiro la domanda "qual'è il tuo livello di motivazione?"

Se sei ancora convinto che il tuo lavoro sia il tuo sogno e che ti interessa che le cose cambino e funzionino sul serio allora:

  • se hai dei soci e ti rendi conto che parte della responsabilità deriva dalla vostra relazione, fai chiarezza, metti delle regole e prendi delle decisoni

  • armati di pazienza perchè è un processo che non si concretizza in qualche mese...serve il tempo che serve!

  • abbi costanza nell'agire tutti i giorni e non farti influenzare dalle prime porte chiuse

  • se chiedi un aiuto affidati al 100% (possibilmente non rivolgerti ad uno "yes man"), in caso contrario distruggerai ancora di più la motivazione di tutti

Un'ultima cosa...altrettanto importante...è ovvio che alcuni dei tuoi dipendenti non sono interessati a lavorare con te ma solo ad avere uno stipendio fin dal giorno del colloquio....sta a te capire chi sono e non assumerli proprio!!

P.S.: ti ripropongo un video in cui puoi vedere qual'è il legame tra la soddisfazione dei clienti e dei dipendenti >>

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